Domani gli studenti aquilani incontrano quelli riminesi

Da domani la parola a chi il terremoto lo ha vissuto:

gli studenti delle medie da L’Aquila spiegheranno il sisma ai loro coetanei riminesi

Alle 21 convegno su “Una scossa alla memoria”. Il ricordo dei terremoti di Messina e dell’Irpinia

Rimini, 8 maggio 2011 – Si dice che chi ha vissuto eventi disastrosi come un terremoto non potrà dimenticarli e da loro, chi ha avuto la fortuna di non vivere quell’esperienza, può imparare tanto, può imparare a difendersi, a essere meno vulnerabile.

Da qui si sviluppa la giornata di “IoNonTremo” di domani, lunedì 9 maggio 2011, che vedrà in primis protagonisti sei studenti della 2a e 3a classe della Scuola Media “Dante Alighieri” da L’Aquila, che nei laboratori mattutini e pomeridiani rivolti alle scolaresche condurranno i loro coetanei riminesi alla scoperta del sisma. Questi ragazzi sono gli stessi che hanno collaborato all’allestimento della mostra interattiva sul terremoto che è uno dei soggetti attorno ai quali ruota il film “Non chiamarmi terremoto”, che sarà proiettato a cura di Edurisk lunedì 16 maggio al Teatro degli Atti.

In serata, alle 21.00 al Teatro degli Atti, si svolgerà invece il convegno dal titolo “Una scossa alla memoria”, la memoria dei sismi di Messina e Irpinia.

Il primo relatore sarà Andrea Giovanni Noto, studioso e Amministratore dell’Osservatorio sui Rischi e Eventi Naturali e Tecnologici (ORENT) che parlerà di “Messina 1908, un terremoto epocale”.

“Il sisma messano-calabrese del 28 dicembre 1908 – afferma Noto – costituisce uno dei più terrificanti eventi della storia tellurica italiana e mondiale. Attraverso il supporto delle testimonianze di alcuni superstiti, di brani giornalistici, testi letterari e foto dell’epoca, cercherò di delineare le vicende di una Messina devastata. Emergerà l’immagine di una realtà urbana in cui il lungo e faticoso processo di ricostruzione avrebbe prodotto una netta rottura con il passato, non riuscendo né a restituirle l’antico ruolo di centro commerciale di rilievo mediterraneo avuto per secoli, né a generare un positivo effetto di rinascita della società. Una città che ancora oggi fatica a ritrovare il senso della propria identità smarrita”.

Seguirà l’intervento dello studioso Stefano Ventura su “Irpinia 1980, non sembrava novembre quella sera”.

“Nel mare magnum delle credenze e delle tradizioni popolari si annidano anche notizie, frammenti e fonti utili a chi studia le catastrofi naturali in ottica storica – dice Ventura – . Infatti, nei territori più frequentemente soggetti a terremoti (e in Italia sono molti) la tradizione orale è piena di riferimenti a come difendersi e come comportarsi in caso di scosse di terremoto. Questo ci permette di iniziare una disamina aperta e plurale per definire l’importanza della memoria nella prevenzione dei fenomeni naturali. Chi ha esperienza di una scossa sismica ricorda tutto con nitidezza e dovizia di particolari, gli attimi immediatamente precedenti, le sensazioni fisiche provate, le sensazioni e le emozioni. Attraverso la raccolta delle testimonianze dei sopravissuti si può compiere un’operazione di indubbia utilità. Nel compierla, sarà illustrato un caso di studio: la memoria dei diretti protagonisti del terremoto del 23 novembre 1980 in Campania e Basilicata”.

Nella foto uno dei tanti elementi presenti in mostra e nei prossimi giorni destinati ai laboratori didattici per le scuole cittadine

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